lettera ai giovani

Cari adolescenti,

non pensate che noi adulti, presi dalla morsa del Covid, vi abbiamo dimenticato davanti ad un computer, che vi abbiamo sacrificato per non ammalarci, che gli insegnanti non siano preoccupati per il vostro presente e il vostro futuro. Probabilmente non abbiamo saputo prevedere né gestire bene la situazione, e neppure ora ci riusciamo, né a livello sociale forse, né a quello politico-istituzionale. Ma ne converrete che non è facile per nessuno.
Forse qualcuno di voi avrà avuto l’impressione che sia stato più semplice sacrificare l’istruzione piuttosto che l’economia, soprattutto quando si chiedevano aperture, tralasciando la  scuola.  Questo fa male, come fa male mettere la salute al secondo posto, quando dovrebbe essere ovvio che senza salute null’altro può esserci.
Ora c’è allarme per voi, per il vostro benessere psichico e per la vostra preparazione scolastica, soprattutto per i più fragili e economicamente in difficoltà; si parla di aumento dei casi di autolesionismo, disturbi dell’alimentazione, malessere, perfino suicidi. I dati statistici rivelano tutto questo, insieme ad un ampliamento della forbice delle disuguaglianze che non sarà facilmente superabile e che peserà moltissimo sulle nuove generazioni.
Io voglio credere però che nei momenti difficili possano anche nascere nuove consapevolezze, nuovi atteggiamenti verso la vita e il mondo, nuove risorse dentro di noi da mettere a frutto insieme agli altri.  Non so se per gli adulti questo periodo sia meno doloroso che per voi giovani, ma mi sento di dire che per certi versi i più pronti al cambiamento siete proprio voi.
Ho letto ultimamente i risultati del sondaggio  voluto dall’Unicef “Essere adolescenti ai tempi del COVID-19”, che ha coinvolto ragazzi dai 15 ai 19 anni. Ne sono rimasta colpita positivamente. Il sondaggio è nato per indagare circa la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del loro benessere, in relazione all’impatto che il COVID-19 ha avuto nelle loro vite.
Da questo si evidenziano alcune cose interessanti:  la metà di voi pensa che durante i lockdown il digitale sia servito per non farvi sentire soli, ma molti sono consapevoli che non tutti hanno avuto facilità di accesso, rimanendo perciò ai margini e vedendo aumentare le difficoltà scolastiche. Il 65% di voi ragazzi è convinto che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia fondamentale per garantire la salute. Il 40% del campione pensa che la distruzione dell’ambiente provochi le epidemie; l’87% propone la diminuzione dell’inquinamento e dei consumi come comportamenti indispensabili per la salute e l’ambiente. Un terzo esprime il desiderio di una maggiore disponibilità di reti di ascolto e supporto psicologico.
Direi che si tratta di riflessioni che mostrano una certa maturità, una buona capacità di ‘leggere’ il periodo storico che stiamo attraversando, la consapevolezza del disagio e della necessità di cercare aiuto.
Spesso in questi mesi voi ragazzi siete stati incolpati di non rispettare le regole ed essere una delle cause della circolazione del virus, ma direi che certi adulti hanno fatto molto peggio, negando la pericolosità dell’epidemia e parlando di dittatura sanitaria, tra loro anche alcuni politici che sfruttano il malessere per ottenere consensi.
Perciò ragazzi, cercate di tenere ‘gli occhi aperti’: abbiamo diritto alla libertà, ma la prima libertà è quella dalla malattia, dalla morte e aggiungerei anche dall’egoismo.
Questo difficile periodo ci deve insegnare che nessuno si salva da solo, che se qualcuno sta male nel mondo, quel male prima o poi ci toccherà, che i problemi vanno risolti insieme. Ne siamo ancora lontani ed una cosa fra le altre lo dimostra: la resistenza a liberalizzare i brevetti dei vaccini e dei farmaci. Questa dovrà essere una delle vostre battaglie insieme a quella per contrastare i  cambiamenti climatici.
Il futuro è incerto, più che per le generazioni a voi precedenti da dopo la II guerra mondiale in poi, e allora voi dovete guardare lontano, questa volta nel passato, a quando fascismo e nazismo distruggevano vite, sogni e calpestavano barbaramente i diritti fondamentali dell’Uomo. Anche allora c’erano ragazzi come voi che hanno affrontato difficoltà e pericoli inimmaginabili e, seppur con immensi sacrifici, hanno combattuto e costruito il meglio che è venuto dopo. Sono stati coraggiosi, molto più, forse, di quello che si chiederà a voi, ma da loro potete prendere esempio.
Imparate ad essere forti perché l’Umanità ha di fronte sfide epocali. Il pianeta può ancora salvarsi, seppur per poco, e le ingiustizie, le disuguaglianze, le guerre possono ancora essere bandite, ma ci vuole un vasto movimento di giovani come voi che abbia il coraggio di rompere gli schemi e proporre cose che forse molti adulti vi diranno impossibili. Fatelo. Vi accorgerete di sentirvi meglio, perché partecipi, protagonisti. Vi accorgerete di non essere soli, di poter usare i social per qualcosa di nuovo, far circolare idee costruttive, sentirsi comunità, dare un senso alla vita e al futuro.
Cercate poi i più timidi, quelli più isolati, con più difficoltà, quelli fra i conoscenti o i compagni che si sentono soli, meno uguali o meno capaci e scrivete loro, aiutateli nello studio, telefonate, incontrateli se si può, fateli sentire insieme agli altri. Il futuro sarà più facile per tutti e voi scoprirete cose che neppure immaginate.

lettera ai giovaniultima modifica: 2021-05-05T16:56:07+02:00da nadia2012a
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