“Io sono Lì”

 

“Io sono Lì” è il film di Andrea Segre. Al di là della trama, delicata e bellissima che parla di un’amicizia incompresa fra una ragazza cinese e un vecchio pescatore slavo, è il titolo che mi interroga.

Mi fa sentire l’ambivalenza (a parte il richiamo al nome della protagonista che è appunto Lì) fra l’essere in un luogo fisico, o metaforico, portati dalle onde lunghe della vita, e l’essere col cuore altrove, in un altro posto o in un’altra esistenza forse creduta più felice, o dove gli affetti non sono stati spezzati.

Chi ha provato cosa si sente ad essere catapultati in un’altra città, o in un altro continente, o semplicemente in un’altra vita perché la prima è andata in frantumi, sa che ( come viene descritto nel film) “l’acqua che entra nella laguna (quella di Chioggia) non ritorna mai tutta al mare: una parte vi resta intrappolata”. Ogni spazio, relazione, mondo culturale, lascia segni profondi, e il dolore di essersi dovuti allontanare scioglie in nostalgia.

Fortunatamente in tutto questo c’è anche un aspetto meno triste, che è quello dell’esperire: c’è ricchezza, seppur sofferta, nell’aver vissuto più brandelli di vite: ci si sente impastati di tanto e di tutto, talvolta deragliati su binari morti, altre volte all’inizio di strade insospettate; inoltre, dopo molto tempo, nei rapporti con gli altri si colgono le assonanze che fanno comprendere come al di là dell’origine, della cultura, delle credenze, delle condizioni esistenziali, gli esseri umani si somiglino.

“Io sono Lì”ultima modifica: 2012-02-24T16:26:00+01:00da nadia2012a
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