Dio è tornata

Il libro di Vauro Senesi “Dio è tornata” mi ha commosso intensamente. Difficile però dire cosa passa per la pelle e per il cuore leggendo questo romanzo surreale e profondo. Con le parole si può spiegare solo un barlume di ciò che la sensibilità prova. E’ pieno di compassione, di umanità, qualcosa in cui oggi è difficile imbattersi. E’ pieno anche di interrogativi sul male e sul dolore, che lo stesso Dio donna si pone, e a cui non si possono dare risposte. Il male non è Dio. Il male è altro. Dio è solo amore, essere, esistenza, coscienza, vita. Una madre che dà la vita. Ma perchè non può opporsi all’opposto da sè?

Questo Dio sente lo stesso dolore degli uomini, partecipa delle loro sofferenze, piange con gli ultimi della terra, con gli emarginati e condivide la loro esistenza. Ma chi è questo Dio se non la nostra capacità di sentire ciò che vive l’altro, se non noi stessi quando la smettiamo di sentirci e crederci separati? L’Umanità, dice la protagonista, è un unico corpo, non c’è divisione. Questa Lei diventa talmente umana dà vivere la confusione, la disperazione, ma anche la gioa della danza, del contatto e dell’estasi del corpo.

E’ un racconto duro, a tratti violento. Non dà tregua. Ma c’è il trionfo dell’Amore, la capacità di amare che hanno gli esseri umani e che li fa simili a Dio e che le donne, o comunque la parte femminile di ciascuno di noi, hanno forse un po’ di più, per quella particolare sensibilità intuitiva che permette loro di ‘vedere’ l’altro e sentire come lui sente.

Questo Dio affronta sfide indicibili, mostra tutta la sua forza e la sua fragilità. C’è un Lazzaro che si rifiuta di resuscitare dalla morte che si è dato con un’overdose, perchè la non esistenza è meglio dell’inferno del vivere; c’è un vecchio rom, che ha vissuto la terribile esperienza dei lager, che riconosce Dio ma dice anche che Lei là non c’era, e pronuncia queste parole con la sicurezza di chi sa. C’è anche la figura di un caro amico di Vauro, seppur l’autore non ne pronunci il nome: Don Gallo, il prete che accoglie i poveri, gli sbandati e tra questi anche Lei, un Dio confuso pieno di dubbi, a cui dice prima del commiato definitivo: “So con certezza che tu non hai mai immaginato il male. Non lo hai concepito. Tu lo hai subito. Lo subisci. Chi soffre il male non può esserne parte. Ma tu, ma noi possiamo lenirlo. Possiamo lenire il male solo se lo assumiamo.”

Quello che sento è che questo Dio siamo noi. Noi nel dolore e nella ricerca di senso, noi quando porgiamo una mano o un sorriso per accogliere l’altro, insieme a ciò che gli ha sfregiato l’anima.

Grazie Vauro della tua sensibilità, e anche della tua giusta rabbia, che è anche la mia, di fronte all’ingiustizia.

 

 

Dio è tornataultima modifica: 2018-07-11T21:51:07+02:00da nadia2012a
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