Questa notte ho fatto un sogno che non mi spiego: mi portavano in un campo di concentramento. Queste parole me le ha dette un ragazzino marocchino di seconda generazione. Mi si è aperta una finestra sul suo mondo, una finestra che forse neppure lui conosce. Il suo inconscio ha percepito bene il pericolo. Le categorie possono variare, ma la storia può ripetersi: gli immigrati al posto degli ebrei, degli omosessuali, degli zingari o dei comunisti. La paura serpeggia attraverso il tempo e colpisce ancora, perché la guerra contro il diverso non è mai finita.
PRIMA DI TUTTO VENNERO A PRENDERE GLI ZINGARI
E fui contento, perché rubacchiavano.
POI VENNERO A PRENDERE GLI EBREI
E stetti zitto, perché mi erano antipatici
POI VENNERO A PRENDERE GLI OMOSESSUALI
E fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
POI VENNERO A PRENDERE I COMUNISTI
Ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
UN GIORNO VENNERO A PRENDERE ME,
E NON C’ERA RIMASTO NESSUNO A PROTESTARE.
(Poesia di incerta attribuzione: Martin Niemöller (1892-1984), teologo e pastore luterano tedesco, oppositore del nazismo, o il famoso poeta e drammaturgo Bertolt Brecht)